Un poema de Biancamaria Frabotta
Cuando tú no estás
es más fácil abandonar la cama
y la blancura tenue de los sueños.
Desertando apunta en alto
el descarado petirrojo.
En el aire que lo sumerge,
vibra como una vena
que se está vaciando
el cable donde se ha posado.
Se filtra en la oscura recámara
como la inteligencia en el corazón.
Ilegal, engañosamente sedentario.
inclinado sobre medio cuerpo en la sombra
en el extremo de una banca,
gira la cara para no mirar
el confuso abrazarse de piernas
como si fuera ésta la última noche
que soñamos juntos
no mi sueño que no tendrá alivio
sino el nuestro que no tendrá remordimiento.
Biancamaria Frabotta (Roma, 1946)
(Versión al español de José Serrato)
Quando non
ci sei
è più facile lasciare il letto
e il debole biancore dei sogni.
Disertando punta in alto
lo sfrontato pettirosso.
Nell’aria che lo risucchia,
vibra come una vena
che si va svuotando
il filo dove s’era posato.
è più facile lasciare il letto
e il debole biancore dei sogni.
Disertando punta in alto
lo sfrontato pettirosso.
Nell’aria che lo risucchia,
vibra come una vena
che si va svuotando
il filo dove s’era posato.
Trapela
nella camera oscura
come l’intelligenza nel cuore.
Illecita, ingannevolmente stanziale.
Chinata sulla sua metà in ombra
sul fianco di una panca
la faccia girata a non guardarsi
in un confuso abbracciarsi di gambe
come fosse questa l’ultima notte
per dormire insieme
non il mio sonno senza sollievo
ma il nostro che non ha rimorso.
come l’intelligenza nel cuore.
Illecita, ingannevolmente stanziale.
Chinata sulla sua metà in ombra
sul fianco di una panca
la faccia girata a non guardarsi
in un confuso abbracciarsi di gambe
come fosse questa l’ultima notte
per dormire insieme
non il mio sonno senza sollievo
ma il nostro che non ha rimorso.
Biancamaria
Frabotta (Roma, 1946)
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